Innanzitutto non è detto che sia sempre negativa, è piuttosto una reazione normale e fisiologica dell’individuo quando è sottoposto a stress.
Essa ci aiuta a superare ostacoli e situazioni difficili spronandoci a mantenere alta la concentrazione e l’attenzione.
Ansia e Paura sono fondamentali per la nostra sopravvivenza, agiscono in modo automatico, proteggendo il soggetto, mettendolo in guardia da pericoli e predisponendolo a scappare o a combattere. In condizioni di pericolo e di difficoltà il nostro corpo si prepara a proteggersi producendo e rilasciando ormoni.
Per questo motivo nelle giuste circostanze una reazione di paura può salvarci la vita.
Allo stesso modo, l’ansia ci aiuta ad individuare minacce future e a premunirci contro di esse, progettando ipotetici scenari nei quali potremmo essere coinvolti e, in quel caso, dovremmo affrontare la situazione temuta. Come infatti ci insegna la legge di Yerkes e Dodson (1908), un giusto grado di ansia ci permette di essere più performanti rispetto a quando siamo tranquilli.
Quando l’ansia da adattativa diventa patologica?
Quando, almeno apparentemente, non è individuabile un vero e proprio oggetto ( persone, cose o situazioni) che innesca nel soggetto la risposta ansiosa.
Il battito cardiaco aumenta, aumenta la concentrazione per affrontare la minaccia e si mette in atto l’attacco o la fuga, eppure non è presente un pericolo reale!
Nel dettaglio, la sintomatologia ansiosa, che si manifesta con maggiore gravità nel Disturbo di Panico, comprende: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, aumento della sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di vertigine, di instabilità, di “testa leggera” o di svenimento, brividi o vampate di calore, parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio), derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), paura di perdere il controllo o “impazzire” e paura di morire.
Come affrontare l’ansia: i suggerimenti di una psicologa
Il trattamento dell’ansia nell’ambito delle psicoterapie cognitivo-comportamentali comporta l’eliminazione o la riduzione del sintomo, e successivamente il raggiungimento di un adeguato adattamento dell’individuo all’ambiente.
Il trattamento per la cura dell’ansia prevede un lavoro di ricerca e valutazione delle aspettative e degli schemi cognitivi abituali e di una conseguente ricerca di schemi alternativi e più funzionali (Bracconnier, 2003).
Un approccio integrato, porta il paziente a ricercare le reali cause che stanno alla base delle sue manifestazioni ansiose.
Cause sommerse, non facili da rintracciare senza il supporto di un professionista il cui compito è quello di accompagnare il paziente verso un percorso volto alla scoperta di come affrontare l’ansia, alla conoscenza di se stesso, e di aiutarlo a a migliorare la capacità di tollerare, affrontare e accettare l’inevitabile incertezza della quotidianità (Dugas & Robichaud, 2007).