Psiconeurochimica è un saggio che nasce dal desiderio di testimoniare l’integrazione di due scienze apparentemente distanti eppure profondamente correlate: la psicoterapia e la chimica.
All’interno della cornice di riferimento dell’attaccamento gli autori mostrano come la chimica cerebrale, le emozioni e il processo psicoterapeutico hanno un comun denominatore: il potere evolutivo e correttivo delle relazioni che, quando sane e funzionali, promuovono lo sviluppo neurale, sociale, cognitivo ed affettivo.
La ricerca negli anni ha infatti confermato che il legame di attaccamento viene considerato la strategia di sopravvivenza essenziale più intrinseca per gli esseri umani: una connessione fisica ed emotiva prevedibile con una figura di riferimento (amico, partner, guida spirituale, psicoterapeuta) calma il sistema nervoso e lascia che la mente generi la rappresentazione di “rifugio sicuro”, dove si raggiunge una regolazione emotiva (S.Johnson, 2019). A rendere possibile il legame e lo scambio tra i neuroni sono i neurotrasmettitori, messaggeri chimici endogeni; per noi umani ci sono invece le relazioni. La relazione genitore- bambino, la relazione tra i partners, e quella tra paziente e terapeuta sono esempi di relazioni significative che, se sane e funzionali rappresentano i catalizzatori di evoluzione e crescita neurale, emotiva, cognitiva. Nello specifico il percorso psicoterapeutico e l’interazione autentica, non giudicante ed empatica tra terapeuta e paziente, rappresentano un’esperienza relazionale emotiva correttiva che stimola la crescita neuronale del paziente e ne promuove lo sviluppo sociale ed emotivo. I processi di sintonizzazione affettiva che si instaurano tra i paziente e il terapeuta favoriscono lo sviluppo di capacità di co-regolazione emotiva e il movimento verso integrazione, consapevolezza e benessere.
Il libro è stato presentato al pubblico il 3 aprile 2023.